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venerdì 11 febbraio 2022

Mortalità associata al Covid-19 in Italia e in altri paesi europei

Oggi ho letto un'obiezione del prof. Andrea Crisanti ("Morti covid in Italia sottostimati, il resto sono sciocchezze") che, con la signorilità che lo contraddistingue, afferma:

«I morti per covid sono stati sempre sottostimati»... «Alcuni esperti tendono ad evidenziare la differenza tra morti 'con' covid e morti 'per covid'. Le persone dovrebbero ragionare prima di dire queste baggianate»

Ma, giustamente, osserva che: 

«La maggior parte dei decessi riguarda persone tra 80 e 85 anni: la possibilità che una persona di questa fascia muoia in un giorno è 1/1.000. L'incidenza dei positivi in questa fascia è 4/1.000. Le probabilità si moltiplicano, la probabilità che una persona muoia per causa indipendente dal covid e allo stesso tempo sia infettata è 4/1.000.000. In genere, i decessi da covid sono stati sottostimati»

Esprimendo l'affermazione di Crisanti in termini probabilistici, se non ho commesso errori, mi pare che le cose funzionino.
Cioè, se chiamiamo A e B gli eventi 
A = morte di 80-85-enne in un giorno indipendentemente da Covid-19
B = infezione da Covid-19 per 80-85-enne in un giorno

Secondo i dati di Crisanti che le probabilità sarebbero: 
P(A) = 1/1.000
P(B) = 4/1.000

Essendo A e B eventi indipendenti, avremo che la probabilità che A e B si verifichino  contemporaneamente, cioè morte di 80-85-enne infettato da Covid-19 ma per ragioni indipendentemente da quell'infezione, è

P(A∧B) = P(A) * P(B) = 4/1.000.000

Quindi, se non ho capito male, Crisanti afferma che chi sostiene l'inaffidabilità dell'indice di mortalità a causa della differenza tra morti 'con' covid e morti 'per covid' commetterebbe un errore. Perché il numero di morti con covid ma per un'altra causa sarebbe trascurabile rispetto al numero dei morti per covid.
Inoltre come conferma che i decessi da covid sono stati sottostimati Crisanti avrebbe anche affermato che:

«Nella prima ondata in Val Seriana sono stati registrati 2.500 morti da covid, l'eccesso di mortalità era 6.500. Le persone dovrebbero ragionare prima di dire queste baggianate»

Fin qui le cose mi tornano1. Contemporaneamente mi sono venute in mente le discrepanze tra le definizioni di decesso dovuto a Covid-19 nei diversi paesi europei. E qui le cose si complicano.

Solo per citare due esempi, il sistema sanitario inglese ad agosto del 2020 ha cambiato la definizione considerando deceduto causa Covid-19 solo chi muore entro e non oltre 28 giorni dalla data del primo test positivo confermato in laboratorio2. Tra parentesi, in  Public Health England has changed its definition of deaths: here’s what it means, vedo che in seguito a quel cambiamento i morti in Inghilterra per il periodo marzo-agosto 2020 sono passati da 42.072 a 36.695, con una differenza di 5.377 morti in meno.

Mentre i criteri che vengono adottati in Italia per definire un decesso dovuto a Covid-19 sono3:
· Decesso occorso in un paziente definibile come caso confermato microbiologicamente (tampone molecolare) di COVID-19
· Presenza di un quadro clinico e strumentale suggestivo di COVID-19
· Assenza di una chiara causa di morte diversa dal COVID-19
· Assenza di periodo di recupero clinico completo tra la malattia e il decesso.

Comunque con una ricerca veloce ho trovato molto dati e studi sull'argomento. Penso sia una materia molto complessa4. Se avrò tempo e voglia approfondirò.

Nota del 12/3/2022
Quasi un mese dopo la pubblicazione di questo mio post Lancet ha pubblicato i risultati di una ricerca:
Estimating excess mortality due to the COVID-19 pandemic: a systematic analysis of COVID-19-related mortality, 2020–21. Si stima che il numero reale delle morti reali siano più di tre volte il dato ufficiale: 18,2 milioni contro i 5,94 milioni del dato ufficiale.  

Riporto qui la sintesi delle conclusioni:
"Although reported COVID-19 deaths between Jan 1, 2020, and Dec 31, 2021, totalled 5·94 million worldwide, we estimate that 18·2 million (95% uncertainty interval 17·1–19·6) people died worldwide because of the COVID-19 pandemic (as measured by excess mortality) over that period. The global all-age rate of excess mortality due to the COVID-19 pandemic was 120·3 deaths (113·1–129·3) per 100 000 of the population, and excess mortality rate exceeded 300 deaths per 100 000 of the population in 21 countries. The number of excess deaths due to COVID-19 was largest in the regions of south Asia, north Africa and the Middle East, and eastern Europe. At the country level, the highest numbers of cumulative excess deaths due to COVID-19 were estimated in India (4·07 million [3·71–4·36]), the USA (1·13 million [1·08–1·18]), Russia (1·07 million [1·06–1·08]), Mexico (798 000 [741 000–867 000]), Brazil (792 000 [730 000–847 000]), Indonesia (736 000 [594 000–955 000]), and Pakistan (664 000 [498 000–847 000]). Among these countries, the excess mortality rate was highest in Russia (374·6 deaths [369·7–378·4] per 100 000) and Mexico (325·1 [301·6–353·3] per 100 000), and was similar in Brazil (186·9 [172·2–199·8] per 100 000) and the USA (179·3 [170·7–187·5] per 100 000)."



1. Ma se qualcuno dovesse accorgersi di errori sarò lieto di correggermi.

2. Public Health England has changed its definition of deaths: here’s what it means - The Centre for Evidence-Based Medicine (cebm.net);
Coronavirus and mortality in England and Wales methodology - Office for National Statistics (ons.gov.uk);
Fact Check-British health minister did not admit all pandemic deaths were overcounted | Reuters

lunedì 27 dicembre 2021

Dati sulla mortalità in Italia 2012-2020

Oggi ho letto un'affermazione scritta con tanta sicumera. La riporto al netto delle sgrammaticature: 
"Non dimentichiamoci che dal 2015 al 2021 i grafici della mortalità non presentano variazioni, nonostante i paladini dei pecoroni ..." e così via.

Ecco invece che dicono i dati.
Nel complesso nel 2020 il numero dei morti risulta di 746.146 unità. Anche considerando il peggior anno passato per numero di morti (il 2017), la differenza è di 97.085 unità in più, pari ad un +15%.
Se il dato viene invece raffrontato con l'anno precedente, il 2019, la differenza è di 111.729 unità in più, pari ad un +17,6%.



Fonti 

Morti per mese in Italia nel periodo covid-19

Dati ISTAT sezione “Popolazione e famiglie -> Mortalità -> Decessi -> Morti”

lunedì 18 ottobre 2021

Confronto impatto Covid19 tra cittadini vaccinati e non vaccinati

Ecco una tabella con un confronto, tra cittadini italiani vaccinati e non vaccinati, dell'impatto prodotto da Covid19.

Detto a parole, se non ci si vaccina, finire in terapia intensiva per Covid19 è di:

39 volte più probabile tra i 19-59 anni.
20 volte più probabile tra i 60-79 anni.
13 volte più probabile oltre gli 80 anni.

Più di questo non so bene che cosa possa servire.

Ah, forse dare uno sguardo a un confronto con la curva di un paese a bassa vaccinazione.






Dati presi da:

mercoledì 14 aprile 2021

Un confronto approssimativo tra i rischi del vaccino AstraZeneca (ma anche J&J) e i rischi del traffico romano

Secondo una media calcolata qualche anno fa, a Roma circolerebbero quotidianamente 572.971 vetture che trasportano 767.372 persone.
Secondo i dati del 2019 a Roma gli incidenti sono stati 12.271: più di 33 al giorno.
I feriti 15.919: più di 43 al giorno.
I morti 131: più di uno ogni tre giorni

Approssimativamente si può quindi dire che, ogni giorno, in una situazione di circolazione non limitata, una persona che sale in auto a Roma ha la probabilità:
del 0,058‰ (per mille) di avere un incidente 
del 0,056‰ di rimanere ferita 
dello 0,47 per milione di morire

In Europa 26 milioni di persone sono state vaccinate con AstraZeneca (dato dell'otto aprile). 
Tra queste ci sono statti 222 casi di trombosi che potrebbero essere stati causati dal vaccino (ho scritto “potrebbero” perché la certezza assoluta ancora non c’è). Tra questi ci sono stati 18 morti.
(Fonte Vaccini in Europa e decessi, tutti i casi oltre AstraZeneca)

Pur ammettendo che tutti questi casi di trombosi siano stati causati dal vaccino possiamo dire che nel momento in cui si è vaccinati con AstraZeneca si ha la probabilità:
dello 0,0085‰ di avere una trombosi e
dello 0,69 per milione di morire 

Stimando che un romano salga in auto 250 giorni l’anno (immagino sia una sottostima), si potrebbe dire che la probabilità di morire in un anno è 0,47 * 250 = 117,5 per milione.

Mentre per Astrazeneca è di 0,6923 * 2 = 1,385 per milione.

Quindi, nel corso di un anno in cui si è vaccinati, è quasi 100 volte più probabile morire in un incidente che a causa della vaccinazione.

Credo che considerazioni simili si possano ripetere per tutti i vaccini approvati dall'EMA, incluso Johnson & Johnson.

Aggiungo che un semplice calcolo mostra anche che il vaccino AstraZeneca (ma anche gli altri) è molto più sicuro dell'aspirina, di qualunque antibiotico, di antiaritmici, e antipertensivi. Sostanzialmente di quasi tutti gli altri farmaci che assumiamo.
D'altra parte, basta guardare il foglio illustrativo dell'aspirina o dell'IBUPROFENE.
Gli effetti indesiderati più rari riportati lì, quelli "molto rari", vengono rilevati statisticamente su 1 persona ogni 10.000. Ed ecco che trovate per l'aspirina:
  • emorragia cerebrale, specialmente in pazienti con ipertensione (pressione del sangue alta) non controllata e/o in terapia con anticoagulanti (medicinali usati per rallentare o inibire il processo di coagulazione del sangue), che, in casi isolati, può essere potenzialmente letale.
  • sindrome di Reye (*), una malattia acuta a carico del cervello e del fegato, potenzialmente fatale, che colpisce quasi esclusivamente i bambini.
Nel caso dei vaccini stiamo parlando di esiti letali nell'ordine di 1 persona ogni milione. Quindi un'ordine di grandezza 100 volte inferiore agli effetti indesiderati più gravi dell'aspirina.

Nota

Quelle che ho riportato sono percentuali approssimative perché basate su dati non omogenei dal punto di vista temporale. Possono però fornire un’idea delle grandezze in gioco.

lunedì 28 dicembre 2020

Le dichiarazioni di Andrea Crisanti sul vaccino COVID19

Non credo che un virologo non potesse non immaginare che sarebbe finita così. E allora perché a novembre ha sentito quell’impellente necessità di rilasciare dichiarazioni che hanno confuso molti cittadini? 

19 novembre 2020: Andrea Crisanti: "Col primo vaccino a gennaio, senza dati, non mi vaccinerei"


Ecco un virgolettato della dichiarazione di Crisanti di novembre:
“Normalmente ci vogliono dai 5 agli 8 anni per produrre un vaccino. Per questo, senza dati a disposizione, io non farei il primo vaccino che dovesse arrivare a gennaio. Perché vorrei essere sicuro che questo vaccino sia stato opportunamente testato e che soddisfi tutti i criteri di sicurezza ed efficacia. Ne ho diritto come cittadino e non sono disposto ad accettare scorciatoie”.

Mi pare una dichiarazione formalmente corretta da un punto di vista logico ma assolutamente priva di buon senso, perché non si stava parlando dell’Avigan né della clorochina dei complottisti. La dichiarazione riguardava vaccini che stavano seguendo tutte le procedure necessarie per ricevere l’approvazione dagli organi preposti.
Quindi un’implicazione con antecedente vero per definizione perché nessun vaccino può essere somministrato senza essere stato opportunamente testato e senza soddisfare tutti i criteri di sicurezza ed efficacia. Quello di Crisanti è stato quindi un esercizio di stile che ha avuto l’effetto di una dichiarazione ovvia per chi già sapeva come stavano le cose, e, invece, ha confuso la maggior parte dei cittadini che non sanno nulla delle procedure di approvazione dei farmaci.
Ne ho avuto la riprova con un’amica, non negazionista, né antivax, e di istruzione medio-alta, che, dopo aver sentito le dichiarazioni di Crisanti ha cominciato ad avere dubbi se vaccinarsi o meno.

giovedì 3 dicembre 2020

Ribaltamento della realtà: menti malvagiamente raffinate?

Devono essere menti malvagiamente raffinate quelle che hanno prodotto negazionisti capaci di citare Einstein e Socrate e di accusare gli altri con frasi tipo: "non siete in grado di approfondire e di ricomporre i pezzi di una realtà molto complessa".

Sono riuscite a istillare un ribaltamento completo della realtà.