sabato 12 gennaio 2019

Il modello del deficit di informazione

Visto che non esiste una versione italiana della pagina wikipedia sul modello del deficit di informazione riporto qui la libera traduzione/sintetizzazione di qualche brano della pagina inglese Information deficit model.

Da https://goo.gl/Qzwmqu
Negli studi sulla comprensione pubblica della scienza, il modello del deficit di informazione attribuisce l'ostilità alla scienza a una mancanza di comprensione dovuta alla mancanza di informazioni e prevede una divisione tra esperti, in possesso delle informazioni, e non esperti, a cui mancano le informazioni. Il modello implica che, per attenuare l'ostilità alla scienza, la comunicazione dovrebbe concentrarsi sul miglioramento del trasferimento delle informazioni dagli esperti verso i non esperti.
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Gli esperti spesso osservano che il pubblico non comprende la scienza e che avrebbe quindi bisogno di essere istruito. Ritengono che il problema possa essere ‘risolto’ fornendo al pubblico le informazioni mancanti. Presumendo così che "a fronte dei fatti (qualunque essi siano), il pubblico abbraccerà le nuove tecnologie" (Brown, S. 2009. The new deficit model. Nature Nanotechnology 4:609-61).
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Da https://goo.gl/VnJL94
Tale convinzione, tuttavia, è stato messa in discussione da molteplici pubblicazioni che mostrano come il fornire più informazioni ai non esperti non cambia necessariamente le loro opinioni. (Kearnes M., Macnaghten P. & Wilsdon, J. Governing at the Nanoscale (Demos, 2006))
Ciò è in parte dovuto al fatto che ognuno vuole avere l'impressione di aver espresso la propria opinione (e di essere stato ascoltato) in qualsiasi processo decisionale, e in parte al fatto che le persone prendono decisioni anche sulla base di una serie di altri fattori. Questi fattori includono credenze etiche e religiose, oltre alla cultura, alla storia e all'esperienza personale. Il senso di rischio delle persone si estende oltre le considerazioni puramente scientifiche della convenzionale analisi del rischio e il modello del deficit non prende in considerazione tale aspetto. È ormai ampiamente riconosciuto che la migliore alternativa al modello del deficit è quella in cui l'esperto si mette in gioco nel coinvolgere il pubblico e nel tener conto di tali apsetti (Boykoff, MT (2009), Creating a Climate for Change: Communicating Climate Change and Facilitating Social Change. Glob. Environ. Polit. 9 (2) 123-128).
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Ridurre il deficit di conoscenza è un compito complicato, ma se si sa come pensa il pubblico, e come apprende e interpreta le nuove informazioni allora il messaggio può essere comunicato meglio e nel modo più imparziale e oggettivo possibile. (Scheufele, Dietram. MESSAGES AND HEURISTICS: HOW AUDIENCES FORM ATTITUDES ABOUT EMERGING TECHNOLOGIES. Engaging Science: Thoughts, deeds, analysis and action. pp. 21–25.)

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