Un nuovo polo del sapere matematico (e non solo) venne però a ricostituirsi più di un secolo dopo la caduta della Biblioteca presso la cultura araba.
Per tutto il primo secolo dell'Impero Arabo Islamico i nuovi conquistatori, troppo impegnati a combattere, non avevano ancora acquisito gli strumenti intellettuali necessari a produrre risultati scientifici o matematici.
Fu solo nella seconda metà dell'ottavo secolo che il mondo islamico ebbe quel risveglio culturale che permise l'inizio delle ricerche matematico-scientifiche.
Si racconta che Aristotele sia comparso in sogno al califfo Abbaside Al-Ma'mun (786-833) e che in seguito a tale apparizione onirica il califfo abbia disposto che si traducessero in Arabo tutti i volumi greci che erano sopravvissuti alla distruzione.
Nella realtà gli Islamici furono forse spinti verso la ricerca matematica soprattutto da motivazioni un po' più prosaiche; e cioè dalla ricerca di soluzioni per l'applicazione della complicata legge islamica per l'assegnazione delle eredità, attraverso la quale svilupparono soprattutto l'Algebra; e dai tentativi di determinare quando cadessero esattamente le festività islamiche basate sulle fasi lunari, attraverso i quali svilupparono soprattutto la Trigonometria. Vorrei sottolineare che il calendario islamico pur se basato sulle fasi lunari è molto più complicato del calendario lunare.
![Animazione](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEghe4Sd16fmEH3QZ3f3gDCOtPy9fk-xQUuhKk9W_WGe3-hOZw-UTZav_w0lsljSr59mRZm3Ofbrfrwk23FMoxnpvEGyK3u6m0cBc0xOcjTNqCjr8aS-4AB0Za6P6j_JACkXL1Y6eO9HEB7b/s320/Byzantine_Empire_animated.gif)
Fortunatamente tra i volumi tradotti ci furono anche gli Elementi di Euclide.
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Nelle prime fasi dell'apprendimento e dello sviluppo della Matematica gli Islamici attinsero molto dai risultati delle grandi culture che li precedettero: ovviamente da quella greca, ma anche da quella indiana e babilonese.
Infatti, oltre a ai lavori di Euclide, Apollonio, Archimede e Diofanto, vennero acquisiti, tradotti e incorporati nella Matematica islamica anche i lavori di Āryabhaṭa (Devanagari: आर्यभट; Ashmaka, 476 – 550) e Brahmagupta(ब्रह्मगुप्त) (598 – 668).
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgGMtLksdGU8Q-n58o4xqtcYWEE3DENQKRtB06wOfC0QcvovrAlRmLT-6W97w88-zIaMjQPvpDKrKmT1BmQHB7evK_fPO6uXqfQd9P8QIyl1sBCuM5P8fD9oR18gyJi56DNXcalS3ktGtFU/s320/EvolutionHinduArabo.jpg)
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Un altro grande dono dei matematici indiani veicolatoci dai matematici islamici fu lo Zero.
Si suppone che i Maya siano stati i primi ad usare lo Zero posizionale nel loro sistema di numerazione a base vigesimale. Il Brahmasphuta Siddhānta di Brahmagupta costituisce però la fonte più antica conosciuta a trattare lo Zero come un numero a tutti gli effetti.
Con il tempo, le inclinazioni dei matematici islamici si sarebbero spostate verso l'esposizione deduttiva dei Greci preferendola agli ellittici versi sanscriti degli Indiani.
Nella prossime puntate parleremo di alcuni matematici arabi ed in particolare del più celebre tra essi.
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