domenica 15 maggio 2022

Padre Martini, i numeri e l'estetica musicale

Già padre Martini, il francescano al cui severo esame di contrappunto si sottopose un non ancora quindicenne Wolfgang Amadeus Mozart, si poneva domande su questioni di estetica musicale che ho sempre trovato molto interessanti.
Nel piacere suscitato dall’ascolto di un brano musicale qual è il ruolo delle sensazioni istintive e quale quello dell’intelletto?
E propone anche delle risposte.

Nella prefazione al suo monumentale progetto – una prima opera completa sulla storia della musica – padre Martini scrive:
“È un’impresa difficile, perché bisognerebbe conoscere la lingua dei popoli di cui mi voglio occupare, la loro poetica, la loro metrica, la loro storia. E, naturalmente, avere anche nozioni scientifiche, di fisica soprattutto. E chissà quali erano i loro strumenti. Però ho letto tutto quello che era possibile leggere.

Anzitutto bisogna dire che esistono tre specie di musica:
  • la prima, quella che move ed alletta col mezzo dei nostri sensi;
  • la seconda, quella che alletta e move l’intelletto;
  • la terza, quella che è l’uno e l’altro, cioè intelletto e sensi move e alletta.
Un esempio della prima? Il canto degli uccelli.
Un esempio della seconda? Una fuga, un contrappunto. Dove sono i numeri, le proporzioni, le regole dell’armonia ad avere la meglio. Questa è la musica che piace agli eruditi.
La terza specie, quella che move ed alletta sia l’intelletto, sia i sensi è la più degna, perché move l’orecchio con la dolce soavità naturale delle voci. Le voci degli strumenti e le voci umane."
Wikimusic | Giovanni Battista Martini, raccontato da Sandro Cappelletto | Rai Radio 3 | RaiPlay Sound

2 commenti:

dioniso ha detto...

Luciano Coluccia
ci stavo pensando, dopo che l'ho letto e mi è venuta in mente la mia spiegazione, da grande ascoltatore che non capisce molto di musica (mi sono arreso: non imparerò mai a leggerla o a suonarla). Comunque: i sensi è quella tunz tunz che ascolto non di … Altro...

Dioniso Dionisi
Vero. Ma nel secondo gruppo includerei solo quella di cui si ammira, ad esempio, la struttura astratta ma che non provoca emozioni.
Però è difficile tracciare un confine perché spesso l’ammirazione a livello intellettuale porta pure gradatamente a un… Altro...


Luciano Coluccia
Dioniso sì, vero. Per me una discussione interessante perché dipende anche dai momenti, ad esempio con la Sagra capita a volte la razionalità e a volte il trasporto dei due, ma anche solo il primo gruppo. Bach quasi sempre per me sta nel secondo tranne con qualche Messa e Concerti. Nelle cose astratte ad esempio io metto godimenti puramente razionali come Nic Cage o Bartok, nel terzo gruppo ci sta ad es Ligeti (me lo feci conoscere tu) e Arvo Part ... ma qui si allunga il tutto e soprattutto, i Pooh? dove vanno? non nascondo ad es l'adrenalina che mi prende con Raffaela Carrà o con le pizziche (a piccole dosi) o Vola della Cuccarini

Dioniso Dionisi
Come ti dicevo, penso che sia una questione anche molto soggettiva. Comunque alcuni criteri guida potrebbero essere:
Se ti fa venire la pelle d’oca e/o ti spinge a voler ballare, sicuramente va nel gruppo uno.
Se poi vai a ad analizzare la musica scritta di quel brano (oppure se qualcuno più competente te la spiega) e ci trovi belle sorprese che non ti aspettavi. Allora si sposta verso il gruppo tre.

Pietro Sepharadim Spagnoli
Per me questa fino alle lacrime, intelletto o meno non so:
https://youtu.be/GJrXhjt7Gwo
Poi la mattina ascoltare il suono della natura è appagante. Dalla pioggia, agli uccelli, al vento che ulula e il mare.
O Magnum Mysterium - Morten Lauridsen
YOUTUBE.COM

Dioniso Dionisi
Pietro, Un effetto simile me lo provoca questa.
https://youtu.be/oeLIgzAe5sI

Paola Spagnoli
Per me è impossibile distinguere cosa smuove il mio gradimento. Il piacere dell'ascolto va dai video con i soli suoni ambientali (anche meccanici) amplificati, alle sinfonie, passando per la musica pop.


Dioniso Dionisi
Personalmente trovo anche che il gradimento può variare nel tempo.
Ma credo che lì ci troviamo più nella primaria: quella del piacere istintivo.
Ad esempio, se ascolto troppe volte a breve distanza un brano che mi piace molto arrivo a saturarmi e il piacere diminuisce.

Simonetta
Interessante...un gran peccato che di musica non ne capisca nulla...pazienza, nella prossima vita, forse...oppure se arrivo alla pensione proverò a studiare la batteria

dioniso ha detto...

Mirco
Io penso che sia un po' fuorviante contrapporre emozione e intelletto; a mio avviso esiste un livello superiore, intellettuale, di emozione, che nasce dalla cognizione della struttura, dalla percezione unitaria del brano in tutte le sue parti correlate e interconnesse. Questo tipo di godimento intellettuale lo si prova ascoltando una fuga ben scritta, ma anche un taqsim condotto ad arte secondo le regole del maqam, o una passata sulla zampogna sviluppata con maestria. In altre parole è il controllo della forma.

Dioniso Dionisi
Sono d’accordo. Ma a me sembra che tu stia descrivendo esattamente la terza categoria citata da padre Martini. Quella della commistione tra i due livelli.
Rispondi2 gModificato

Mirco
in realtà io non la metterei in termini di commistione, ma di gerarchia. Non si tratta, a mio avviso, di una commistione tra emozione e intelletto, ma di una emozione che scaturisce dall'intelletto, non so se rendo l'idea...una percezione intellettuale, e non istintiva, della struttura, in senso anagogico (direbbero i dantisti).

Dioniso Dionisi
Vero. Ma l’emozione può scaturire dall’intelletto solo se quest’ultimo viene educato a notare certi aspetti.
Prendi questo canone, https://youtu.be/Vf0Ff_la0ng. Forse è improbabile che possa suscitare forti emozioni a un ascoltatore abituato ad altri generi musicali. Ma supponiamo che le susciti. Di certo l’aspetto puramente tecnico, della correlazione astratta con la struttura geometrica del nastro di Möbius, l’ascoltatore ingenuo la noterà solo se qualcuno gliela spiega.

Mirco
Verissimo! Il godimento intellettuale è il frutto di un percorso di crescita e apprendimento, e ciò a mio avviso lo rende ancora più prezioso.