giovedì 2 giugno 2022

L'interpretazione del pensiero parmenideo proposta da Giovanni Cerri - prima parte


Ho trovato l’interpretazione del pensiero parmenideo proposta da Giovanni Cerri, filologo classico, grecista e traduttore, molto convincente nella sua ampia prospettiva che, oltre all'aspetto filosofico, include anche considerazioni scientifiche in senso moderno. Ho quindi deciso di scegliere la sua interpretazione come guida quando mi sono trovato a scrivere le parti del mio nuovo (e ancora inedito) libro che citano il pensiero parmenideo.

Quarta di copertina rielaborata
Cerri critica l’interpretazione, di marca prevalentemente hegeliana e un tempo dominante, che voleva Parmenide "teorico di un essere disincarnato e inaccessibile attraverso l’indagine scientifica del mondo". Propone, in alternativa, "un Parmenide scienziato pienamente consapevole dei fondamenti epistemologici del sapere e capace di prefigurare, attraverso identificazioni progressive di entità apparentemente diverse, l’esito ultimo dell’evoluzione della scienza", cioè la scoperta dell’essere come un unico corpo omogeneo.

Parmenide sarebbe stato il primo ad analizzare l’osservazione dei fenomeni naturali attraverso procedimenti logico-mentali: “punto di partenza della riflessione parmenidea è una ricerca scientifica lunga e laboriosa fondata sulle due componenti della rilevazione sperimentale e del ragionamento matematico-geometrico”.
A conferma della sua interpretazione, Cerri analizza la seconda parte del poema di Parmenide, in cui l’eleate presenta teorie astronomiche, considerate provvisorie dal filosofo stesso, che dimostrerebbero il suo profondo interesse per la spiegazione dei fenomeni del mondo fisico.
 
Cerri mostra anche come le opere di altri due pensatori, formatisi nella scuola di Elea, supporterebbero la sua interpretazione: da una parte Zenone, con le sue argomentazioni contro la pluralità; dall'altro Leucippo, il primo atomista.
In conclusione Cerri risponde anche a dieci studiosi chiamati a discutere la sua interpretazione del pensiero della scuola eleate.

Considerazioni più dettagliate
Cerri pone subito l’accento su quella che a suo avviso è stata a lungo un’interpretazione sbagliata del pensiero di Parmenide. E cioè l’interpretazione hegeliana che attribuiva un valore gerarchico nettamente superiore alla prima parte del poema. Quella che tratta di Aletheia: la verità più profonda che può essere raggiunta solo seguendo il sentiero della ragione. In contrasto con la Doxa: quel livello di verità a cui si accede attraverso l’osservazione sensoriale.
La vulgata hegeliana a cui si accennava ha incoraggiato la visione gerarchica dei due poli in cui quello naturalistico (inconciliabile con l’essere disincarnato) viene a soccombere e a divenire un’appendice secondaria, giustificata come migliore discorso sulle false apparenze umane o al più come opinione dello stesso giovane Parmenide, una concessione ad una sorta di periodo pre-critico dell’Eleate. Così, anche là dove il discorso naturalistico veniva tenuto in considerazione, esso restava pur sempre confinato nella ‘seconda parte’, la cosiddetta Doxa.”

Successivamente altri studiosi, come lo storico della filosofia tedesco Eduard Zeller e il filologo classico e storico scozzese John Burnet, rigettano l’interpretazione puramente ideale dell’essere, perché sarebbe evidente che l’essere per Parmenide sia una realtà che occupa spazio. Burnet si spinge addirittura ad affermare: ‘Parmenides is not, as some have said, ‘the father of idealism’; on the contrary, all materialism depends upon his view of reality’.

Da citare anche la terza via cercata da Giovanni Reale. Lo storico della filosofia italiano nega che Parmenide possa essere considerato padre dell’idealismo o del materialismo, data l’indisponibilità ai suoi tempi delle categorie di materia e spirito.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Salve! Ho letto il post e vorrei capire meglio questa affermazione: "Parmenide sarebbe stato il primo ad analizzare l’osservazione dei fenomeni naturali attraverso procedimenti logico-mentali". Perché Parmenide sarebbe stato il primo? La filosofia inizia con Talete che cerca il principio (tale termine è di Anassimandro ma spiega la filosofia di Talete) da cui derivano e in cui si risolvono tutti gli esseri.
Inoltre, non è condivisibile la lettura di Parmenide come scienziato perché la scienza è concetto moderno che, applicato al passato, falsa il dato reale. Sì, senza la filosofia non sarebbero nate la scienza e la medicina...ma non si può dire che Parmenide sia uno scienziato, così come non si può dire che Atene sia stata una città - Stato perché lo Stato nasce con l'opera di Machiavelli. Quindi, di sicuro, l'esperienza della polis è fondamentale per la nascita del concetto di Stato ma, allo stesso tempo, lo Stato non è la polis (proprio per il principio di non contraddizione di Parmenide).
Parmenide è fondamentale per aver scoperto il principio di non contraddizione, ossia quel principio che afferma l'impossibilità che i contraddittori coesistano ad un tempo. Il problema è che per Parmenide gli opposti sono ambedue essere. Per esempio la luce e la notte non sono essere e non-essere ma entrambi essere. Ma allora anche la morte non può essere vista come non essere e, di conseguenza, il cadavere è, per Parmenide, dotato di sensibilità. A questo livello non ha senso parlare di idealismo. Sarà Platone, mettendo insieme la filosofia di Eraclito e di Parmenide, a creare un sovra mondo dove l'essere è ingenerato e incorruttibile.
Consideri, inoltre, che è errato respingere la visione di Parmenide come idealista per farlo diventare uno scienziato. La scienza, infatti, è essa stessa metafisica poiché accoglie il proprio metodo senza poterlo mai sottoporre a verifica, cioè assumendo se stessa, in sintesi, come indimostrata, ossia come ciò che nega come metafisica/idealismo. Questo fa capire che la scienza altro non è se non un sistema ideale tanto quei sistemi ideali che vorrebbe scacciare dalle conoscenze ritenute valide. Ecco perché la ragione non coincide necessariamente con la scienza...ecco perché, come scritto, nel vedere Parmenide come uno scienziato, in questa visione da lei riportata si ha una interpretazione non corretta perché astorica e, soprattutto, contraddittoria poiché si sottrae Parmenide dall'idealismo per farlo rientrare nell'idealismo.

dioniso ha detto...

Gentile anonimo, gradirei che Lei usasse un nome o uno pseudonimo riconoscibile. È anche una questione di educazione e di trasparenza, soprattutto quando si scrivono commenti come il Suo.
Io uso uno pseudonimo ma il mio è noto a tutti e chiunque è comunque in grado di trovare il mio nome. Glielo chiedo anche perché il suo stile e la sua tendenza a fraintendere e ad attribuire pensieri agli altri in modo erroneo mi ricordano molto una persona a me nota.
Ovviamente mi riserverò la facoltà di non rispondere comunque.
Cordiali saluti
Flavio/Dioniso

Anonimo ha detto...

Io credo ci sia stato un grosso errore e mi spiace se, in qualche modo, si è offeso con me scambiandomi con un altro... Questo è un argomento che vorrò discutere agli orali e il nostro professore ci ha fatto leggere un articolo intitolato "ritornare a Parmenide" di un prof esperto a livello europeo sul tema di nome Severino. Su internet ci sono molti video di Severino relativi a questo argomento e, tra le varie cose, si citano anche le teorie che ha esposto (anche se non di Cerri). Infatti, non conoscevo questo autore e grazie a google sono finito qui dopo essere passato da numerosi altri siti. Anche perché il professore come testo ci ha fatto adottare proprio Giovanni Reale e quindi mi sono gasato nel rispondere.
Io non pretendo che lei risponda perché ho solo pensato di fare una cosa gradita esponendo quello che ho capito grazie al mio prof.
Non ho usato il mio nome perché, per la mia esperienza, mi è capitato di ricevere su twitter risposte poco gradite e non mi va che si associno al mio nome. E non ho usato uno pseudonimo perché comunque non avrebbe molto senso visto che comunque le persone non potrebbero associarlo a me.
Comunque, mi pare che sia nato tutto da un equivoco e quindi mi farà piacere se mi risponde ma ovviamente non pretendo assolutamente una risposta. Spero di aver chiarito...

Anonimo ha detto...

Forse perché si sentiva insoddisfatto dell'anonimato dell'uno.

stoyan furdzhev ha detto...

Tutti chi?