martedì 21 settembre 2021

Stravinsky nel Paese di Pulcinella: Carlo Gesualdo da Venosa

Riporto una commento di Sandro Cappelletto su Stravinsky e Carlo Gesualdo da Venosa: due compositori, due giganti, che dialogano nonostante i quasi quattro secoli di distanza. Il commento si trova nella quarta puntata della bellissima serie "Stravinsky nel Paese di Pulcinella" di Sandro Cappelletto.

"Stravinskij scoprì un autore che stava uscendo dall’oblio dopo secoli: Gesualdo da Venosa. Lo definisce musicista senza padri e senza figli. Pianeta senza satelliti nella storia della musica. Oggi sappiamo che non è così, ma Stravinskij rimane fedele al proprio motto: io non rispetto, amo! Viaggiò fino a Gesualdo, il paese in provincia di Avellino dove sorgeva e sorge tuttora il castello di famiglia del principe compositore. Principe, musicista e assassino. Colpevole di un doppio delitto a fil di spada. La moglie, Maria d’Avalos, e il suo amante Fabrizio Carafa. Così bello da venire chiamato l’angelo di Napoli. E lei più che bella: irresistibile, fatale. Un gran caso di cronaca nera che coinvolge l’aristocrazia napoletana di fine cinquecento. Stravinskij sente una forte affinità con la musica di Gesualdo. Gesualdo l’inattuale, che continua a scrivere madrigali in stile polifonico mentre si sta affermando l’opera con le arie cantante dai singoli protagonisti. Anche Glenn Gould la pensava allo stesso modo. Gesualdo è come Bach, diceva. Impossibile collocarli in un preciso contesto storico. Dapprima Stravinskij completa tre brevi brani sacri di Gesualdo, ai quali mancano delle parti vocali, e battezza l’opera Tres sacrae cantiones. Non vuole rifare Gesualdo, ma confrontarsi con lui. Le mie parti, dice, non sono un tentativo di ricostruzione: vi sono dentro io quanto Gesualdo."


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