Riporto due interessanti brani dal libro “I paradossi di Zenone” di Vincenzo Fano.
«La filosofa canadese Trish Glazebrook (2001) rilegge i paradossi di Zenone come una critica alla tesi pitagorica secondo cui la realtà sarebbe numero.
Tale lettura, pur essendo storicamente discutibile, è teoricamente ragionevole:
“Intendo usare i paradossi di Zenone sul moto per sostenere che l’applicazione dei concetti matematici al mondo fisico porta paradossi e che la matematizzazione della realtà fisica non è un’assunzione innocente... Suggerisco che il punto di Zenone potrebbe essere stato che la descrizione matematica del moto è problematica.”
Questo però non significa che abbracciamo la tesi della filosofia italiana, Alba Papa-Grimaldi, secondo la quale le soluzioni matematiche dei paradossi non colgono il punto posto da Zenone – né mai lo coglieranno.
In questa prospettiva, gli avanzamenti matematici non avrebbero alcuna rilevanza metafisica e troverebbero il loro uso appropriato solo nel “rendere più veloci i jet”. Per cui tali considerazioni matematiche “nemmeno scalfiscono la superficie” del problema metafisico di Zenone.
Benché le diverse possibili formalizzazioni vadano sempre usate con spirito critico, esse di fatto consentono una formulazione rigorosa dei problemi e un’analisi delle possibili soluzioni che difficilmente si possono raggiungere con il linguaggio ordinario della filosofia. Perciò prendiamo le distanze da queste forme di misticismo, che oggi purtroppo sono alquanto comuni.»
"In questo mondo capriccioso, nulla è più capriccioso della fama presso i posteri. Una delle più notevoli vittime della mancanza di senno è Zenone di Elea. Malgrado abbia inventato quattro argomentazioni tutte smisuratamente sottili e profonde, la stupidità dei filosofi all’lui successivi proclamò che Zenone non è non era altro che un ingegnoso giocoliere e le sue argomentazioni erano tutti sofismi.
Dopo 2000 anni di continua confutazione, questi sofismi sono stati nuovamente enunciati e formano la base di una rinascita della matematica, a opera di un professore tedesco, il quale probabilmente non aveva sognato che esistesse qualche legame fra lui e Zenone."
Bertrand Russell - Principia Matematica
«La filosofa canadese Trish Glazebrook (2001) rilegge i paradossi di Zenone come una critica alla tesi pitagorica secondo cui la realtà sarebbe numero.
Tale lettura, pur essendo storicamente discutibile, è teoricamente ragionevole:
“Intendo usare i paradossi di Zenone sul moto per sostenere che l’applicazione dei concetti matematici al mondo fisico porta paradossi e che la matematizzazione della realtà fisica non è un’assunzione innocente... Suggerisco che il punto di Zenone potrebbe essere stato che la descrizione matematica del moto è problematica.”
Questo però non significa che abbracciamo la tesi della filosofia italiana, Alba Papa-Grimaldi, secondo la quale le soluzioni matematiche dei paradossi non colgono il punto posto da Zenone – né mai lo coglieranno.
In questa prospettiva, gli avanzamenti matematici non avrebbero alcuna rilevanza metafisica e troverebbero il loro uso appropriato solo nel “rendere più veloci i jet”. Per cui tali considerazioni matematiche “nemmeno scalfiscono la superficie” del problema metafisico di Zenone.
Benché le diverse possibili formalizzazioni vadano sempre usate con spirito critico, esse di fatto consentono una formulazione rigorosa dei problemi e un’analisi delle possibili soluzioni che difficilmente si possono raggiungere con il linguaggio ordinario della filosofia. Perciò prendiamo le distanze da queste forme di misticismo, che oggi purtroppo sono alquanto comuni.»
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"In questo mondo capriccioso, nulla è più capriccioso della fama presso i posteri. Una delle più notevoli vittime della mancanza di senno è Zenone di Elea. Malgrado abbia inventato quattro argomentazioni tutte smisuratamente sottili e profonde, la stupidità dei filosofi all’lui successivi proclamò che Zenone non è non era altro che un ingegnoso giocoliere e le sue argomentazioni erano tutti sofismi.
Dopo 2000 anni di continua confutazione, questi sofismi sono stati nuovamente enunciati e formano la base di una rinascita della matematica, a opera di un professore tedesco, il quale probabilmente non aveva sognato che esistesse qualche legame fra lui e Zenone."
Bertrand Russell - Principia Matematica