Lunedì 4 giugno
Ma chi era poi sto Pitagora? Boh! è quello che continuiamo a chiederci da due millenni e mezzo circa.
Lunedì 4 partiamo la mattina con una passeggiata per il centro storico durante la quale vado a caccia di segni del passaggio del mitico samio.
Non trovandone di antichi mi accontento di quelli moderni.
E ne trovo un po' lungo il percorso alla ricerca del Parco Pitagora.
Trovo addirittura una pubblicazione sulle ricerche archeologiche del tempio di Hera a Capo Lacinio, che si rivelerà un'interessante lettura dei giorni futuri.
Ci dicono che il parco si trova vicino all'ospedale, ma seguendo questa indicazione approdiamo al palazzetto dello sport di Crotone chiamato Palamilone in memoria del celeberrimo eroe crotonese. Ed è proprio un Milone dei nostri giorni, il maestro di judo del palazzetto, che ci fornisce le indicazioni per raggiungere il parco.
Dopo una scalinata e l'attraversamento di un parcheggio troviamo infine il Parco Pitagora.
Bello il simbolo del museo: un (quasi)frattale costruito sul teorema di Pitagora: l'albero di Pitagora.
La prima impressione che ci trasmette il parco è ambivalente. L'idea sembra eccellente ma tutto mostra i segni dell'incuria e dell'abbandono.
Immaginate ad esempio quanto sarebbe affascinante vedere questa fontana del teorema in funzione. La cosa mi rattrista un po' perché l'idea è veramente bella.
Dopo aver visto la Fontana del Teorema e il dodecaedro
attraversiamo il Viale della Prospettiva Aurea
e raggiungiamo infine il museo.
Lungo tutto il percorso abbiamo incontrato diversi operai intenti in lavori di manutenzione. Anche intorno al museo ci sono operai al lavoro e un signore che sembra ricoprire un ruolo diverso. Il signore ci chiede se vogliamo visitare il museo. Accettiamo con piacere. Durante la visita ci racconta la storia del parco. Sembra che nel 2006, qualche mese prima della consegna, il parco sia stato vittima di atti di vandalismo notturni: vetri infranti, arredamento distrutto o rubato, sculture danneggiate o trafugate. In seguito a tale sconquasso la struttura fu lasciata in stato di abbandono.
Il signore però ci lascia con una nota di speranza. Ci dice che ora stanno cercando di sistemare i danni e di portate tutto a termine per il 2013. E in effetti penso che di lavoro ne abbiano fatto. In rete infatti ho trovato delle immagini post-vandalismo e lo stato del parco e del museo era assolutamente peggiore. Certo lo stato non è ancora come quello mostrato nelle foto scattate presumibilmente prima della consegna. Però ci accomiatiamo dal signore lasciandogli i sinceri auguri di completare presto i lavori.
Prima di andare scatto un'ultima foto all'albero di Pitagora dal balcone del museo.
Ma chi era poi sto Pitagora? Boh! è quello che continuiamo a chiederci da due millenni e mezzo circa.
Lunedì 4 partiamo la mattina con una passeggiata per il centro storico durante la quale vado a caccia di segni del passaggio del mitico samio.
Non trovandone di antichi mi accontento di quelli moderni.
E ne trovo un po' lungo il percorso alla ricerca del Parco Pitagora.
Trovo addirittura una pubblicazione sulle ricerche archeologiche del tempio di Hera a Capo Lacinio, che si rivelerà un'interessante lettura dei giorni futuri.
Ci dicono che il parco si trova vicino all'ospedale, ma seguendo questa indicazione approdiamo al palazzetto dello sport di Crotone chiamato Palamilone in memoria del celeberrimo eroe crotonese. Ed è proprio un Milone dei nostri giorni, il maestro di judo del palazzetto, che ci fornisce le indicazioni per raggiungere il parco.
Dopo una scalinata e l'attraversamento di un parcheggio troviamo infine il Parco Pitagora.
Bello il simbolo del museo: un (quasi)frattale costruito sul teorema di Pitagora: l'albero di Pitagora.
La prima impressione che ci trasmette il parco è ambivalente. L'idea sembra eccellente ma tutto mostra i segni dell'incuria e dell'abbandono.
Immaginate ad esempio quanto sarebbe affascinante vedere questa fontana del teorema in funzione. La cosa mi rattrista un po' perché l'idea è veramente bella.
Dopo aver visto la Fontana del Teorema e il dodecaedro
attraversiamo il Viale della Prospettiva Aurea
e raggiungiamo infine il museo.
Lungo tutto il percorso abbiamo incontrato diversi operai intenti in lavori di manutenzione. Anche intorno al museo ci sono operai al lavoro e un signore che sembra ricoprire un ruolo diverso. Il signore ci chiede se vogliamo visitare il museo. Accettiamo con piacere. Durante la visita ci racconta la storia del parco. Sembra che nel 2006, qualche mese prima della consegna, il parco sia stato vittima di atti di vandalismo notturni: vetri infranti, arredamento distrutto o rubato, sculture danneggiate o trafugate. In seguito a tale sconquasso la struttura fu lasciata in stato di abbandono.
Il signore però ci lascia con una nota di speranza. Ci dice che ora stanno cercando di sistemare i danni e di portate tutto a termine per il 2013. E in effetti penso che di lavoro ne abbiano fatto. In rete infatti ho trovato delle immagini post-vandalismo e lo stato del parco e del museo era assolutamente peggiore. Certo lo stato non è ancora come quello mostrato nelle foto scattate presumibilmente prima della consegna. Però ci accomiatiamo dal signore lasciandogli i sinceri auguri di completare presto i lavori.
Prima di andare scatto un'ultima foto all'albero di Pitagora dal balcone del museo.
Dopo la visita del parco ci rimettiamo in viaggio. Zucchero propone un salto a Rossano per visitare il Museo della liquirizia e acquistare un po' del prodotto. Ma purtroppo il museo è chiuso.
Seguiamo quindi le indicazioni per l'Abbazia di Santa Maria del Patire. La strada va su, sale e s'inerpica senza fine. Ci ritroviamo nel mezzo della Sila a 1200 m slm circondati da stupendi paesaggi tra mare, rocce, terra rossa, olivi, montagne, querce, pini, abeti e lecci.
Purtroppo anche l'abbazia è chiusa. Ridiscendiamo quindi verso la Piana di Sibari per raggiungere infine il nostro albergo a Spezzano Albanese Terme.
Per la cena andiamo a Trebisacce. Un amico ci ha consigliato due ristoranti. Ma li troviamo chiusi. Chiediamo a un barista che c'indirizza verso un ristorante che si rivelerà piuttosto insoddisfacente.
Seguiamo quindi le indicazioni per l'Abbazia di Santa Maria del Patire. La strada va su, sale e s'inerpica senza fine. Ci ritroviamo nel mezzo della Sila a 1200 m slm circondati da stupendi paesaggi tra mare, rocce, terra rossa, olivi, montagne, querce, pini, abeti e lecci.
Purtroppo anche l'abbazia è chiusa. Ridiscendiamo quindi verso la Piana di Sibari per raggiungere infine il nostro albergo a Spezzano Albanese Terme.
Per la cena andiamo a Trebisacce. Un amico ci ha consigliato due ristoranti. Ma li troviamo chiusi. Chiediamo a un barista che c'indirizza verso un ristorante che si rivelerà piuttosto insoddisfacente.